Scritta nel 1917, quella che a nostro avviso, con i Sei personaggi, è la più bella commedia
di Pirandello, presenta il vano tentativo di far luce, in una città di provincia, sull’identità
della moglie del nuovo segretario di Prefettura: si tratta della figlia della Signora Frola,
come questa sostiene con assoluta certezza? Oppure quella donna è morta tra le macerie
di un terremoto e la moglie del segretario è tutt’altra persona (com’egli sostiene)?
Così è, se vi pare… ognuno di noi ha la sua verità!
L’idea dell’allestimento nasce da un strepitosa intuizione di Giovanni Macchia, il più rilevante
critico di Pirandello: il canocchiale rovesciato. Le cose più vicine, vissute, torturanti, furono
viste con il binocolo rovesciato: da quella distanza che ne permettesse la meditazione
assorta o l’ironia o addirittura il grottesco.
Geppy Gleijeses ha chiesto a uno dei più importanti videoartist del mondo di creare in un
contenitore vuoto, degli ologrammi assolutamente tridimensionali, donnine e piccoli uomini
alti 50 centimetri, che altro non sono che i personaggi della commedia, i quali inutilmente
si affannano per scoprire una verità che non esiste. All’ingresso della Signora Frola, quegli
esserini li rivedremo in dimensioni normali. Piccoli uomini che riprendono le loro reali
fattezze di fronte alla grandezza del dolore e dell’amore di una madre.
Pino Micol torna ad esibirsi al Teatro Comunale Garibaldi dopo che nel 2015 era apparso ne “La bottega del Caffé” di Carlo Goldoni.
Milena Vukotic e Gianluca Ferrato sono invece al loro debutto sul nostro palcoscenico.