DIEGO CERETTA, direttore
FILIPPO GORINI, pianoforte
Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia n. 1 in mi bemolle maggiore, K. 16; Concerto n.20 per pianoforte e orchestra in re minore, K. 466; Sinfonia n. 41 “Jupiter” in do maggiore, K. 551
Il direttore principale dell’ORT Diego Ceretta riprende la produzione di inizio marzo, dedicata a Mozart, e insieme a tutta l’orchestra si reca a Figline.
Con lui, a questo giro, c’è il pianista brianzolo Filippo Gorini, classe 1996, che già da qualche anno è «lassù», sulle vette dell’intelligenza. Vincitore del “Premio Abbiati”, prestigioso riconoscimento della critica musicale italiana, quale “miglior solista” dell’anno 2022, è figlio di due noti fisici nucleari, il padre suonava il piano in casa e Filippo è caduto dentro la tastiera in modo naturale, a 5 anni. Viene considerato, anche a causa della famiglia che lavora coi numeri, l’erede di Pollini per l’approccio «intellettuale».
Lo ascolteremo nel Concerto K.466, il più noir tra i concerti pianistici di Mozart. In apertura la Prima Sinfonia, la K.16, scritta dal compositore salisburghese a soli 9 anni e poi, chi meglio della Jupiter, può salutare il pubblico?! Sinfonia monumentale, superba come Giove di cui porta il nome.