(Per bambini da 8 anni)
La vera storia dell’età d’oro della pirateria nei Caraibi
Chi non ha mai sognato di essere un pirata?
Chi non è mai rimasto affascinato dal quel senso di libertà e spregiudicatezza da sempre associato al mondo dei gentiluomini di ventura?
Chi, tra noi, leggendo L’Isola del tesoro di Luis Stevenson, non si è mai chiesto cosa fosse successo prima? Chi erano veramente Long John Silver e Billy Bones? Il nostro lavoro prova a rispondere a questa domanda, perché ai tempi di Stevenson, i pirati erano un ricordo recente e le loro storie sulla bocca di tutti mentre adesso ci appaiono come un romantico eco del passato.
La pirateria, già presente ai tempi dei Fenici e dell’Impero Romano è un fenomeno vivo ancora oggi, ma il periodo storico che andremo ad affrontare in questo epico racconto è quello della cosiddetta età d’oro della pirateria. A cavallo tra il XVII° e il XVIII° secolo, il nuovo mondo, divenne teatro di numerosi conflitti militari, politici ed economici tra le super potenze del periodo.
Francia, Spagna e Inghilterra si contendevano terre, ricchezze e soprattutto il predominio dei mari. Il capitalismo cominciava a presentarsi al mondo e la Compagnia delle Indie estendeva la sua influenza sullo scacchiere globale.
In questo lontano mondo, dove ancora tutte le bandierine non erano state posizionate, un gruppo eterogeneo di furfanti, avidi, poeti e sognatori decise di fondare una propria Repubblica a Nassau, nell’isola di New Providence nei Caraibi.
Questi furono i tempi del Capitano Hornigold, Jennings, Black Sam e Barbanera. Ma chi erano veramente i pirati? E cosa li spingeva a rischiare continuamente la vita?
Sulla rotta dell’Isola del Tesoro parla di pirati, delle loro imprese e di quell’ossessione per il tesoro, che Luis Stevenson con i suoi personaggi ha trasformato in un topos ormai inscindibile dalla figura del pirata.